venerdì, Ottobre 4, 2024
Calcio

Tutta colpa di Gnonto

Wilfried Gnonto diventa nei commenti sui social il capro espiatorio di una nazionale che ieri pur ha vinto e parzialmente convinto, sotto la guida di Spalletti, ma che non brilla per i valori tecnici dei suoi calciatori. Una nazionale ancora molto lontana dai suoi massimi standard storici. Certamente, non per colpa del solo Gnonto.

Incidentalmente, Gnonto è nero. Nato a Verbania e cresciuto in Italia da genitori della Costa d’Avorio. Preferisco dire nero piuttosto che di colore, espressione che vorrebbe essere politicamente corretta ma parte invece dalla neutralità del nostro rosa che chiamiamo impropriamente bianco. Un Black Italian direbbero nel Regno Unito, che è un paese così strutturalmente multietnico da far sì che il 90% della sua popolazione non associa l’etnia alla nazionalità. Che poi non esista una vera parità di opportunità neanche lì è un altro paio di maniche, ma voglio limitarmi in questa sede alla percezione della relazione fra la provenienza e la cittadinanza.

Non a caso, i tifosi del Leeds squadra in cui milita per il secondo anno di fila e oggi retrocessa dalla Premier alla Championship, hanno dedicato a Gnonto un coro in cui dicono che mangia spaghetti e beve Moretti, percependolo automaticamente e senza nessuna difficoltà italiano.

In Italia si fa fatica invece a considerare pienamente italiano un ragazzo figlio di stranieri. “Parli bene italiano” si sono sentiti dire almeno una volta nella vita giovani nati o comunque cresciuti in Italia. Che lingua dovrebbero parlare? Fa strano di conseguenza anche un nero con la maglia della nazionale, anche se c’è il precedente illustre di Balotelli. Guai però a dirlo, i detrattori si indignano precisando che stanno esprimendo un semplice giudizio tecnico. Sarà come dicono loro, ma è quantomeno bizzarro che in una nazionale in cui non ci sono fuoriclasse, sui social si parla solo di Gnonto.

Non ci sono neri italiani, dicono più schiettamente i fascisti intransigenti. Va loro riconosciuto almeno il merito della coerenza, ma i fascisti ignorano che avere la pelle di un altro colore non rende “comunista” nessuno. Il Regno Unito ha un primo ministro di origini indiane, Rishi Sunak, ricchissimo e di destra. Quella destra neoliberista tatcheriana che oggi è citata pure dalla stessa Meloni che cianciava di destra sociale quando era all’opposizione. Destra sociale e neoliberismo sono di fatto due teorie politiche inconciliabili.

A Londra, nel corso della mia lunga permanenza, ho conosciuto persone di ogni provenienza, quando ero uno straniero fra gli stranieri. Non di rado fra i miei colleghi c’erano inglesi di seconda generazione, ma anche nigeriani o provenienti da altri paesi, che politicamente si definivano di destra. Credevano in una società autoritaria, invocavano la pena di morte, giustificavano le differenze sociali, di genere e la disuguaglianza economica.

L’Italia è un paese non ancora abituato a una composizione multietnica. Troppo recente il fenomeno e troppo netta la separazione con gli immigrati e gli italiani di seconda generazione (termine orrendo e convenzionale), ma verrà il giorno in cui anche i partiti di destra, la magistratura più reazionaria, i poliziotti maneschi, vedranno fra le loro fila persone di ogni provenienza geografica ed etnica.

Finalmente, diventeremo un paese normale, con italiani neri, bianchi, asiatici, magrebini, eccetera, che potranno essere indifferentemente di destra o di sinistra. E un ragazzo che non sarà un fuoriclasse, ma è il marcatore più giovane di sempre della nostra nazionale, ha giocato da professionista in Svizzera per tre anni da quando ne aveva 17, e ha esordito in Premier League a 19 anni, non diventerà automaticamente il capro espiatorio di un calcio italiano in grande difficoltà che non va ai mondiali dal 2014. Non certo per colpa di Gnonto.

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